Nella consulenza manageriale, quale che sia il settore di specializzazione, non c’è nulla di più sfidante della nascita di una nuova impresa.
Molte le strade e le strategie, ma nessuna formula magica. Generalmente, si parte dall’impulso dell’imprenditore (per i tecnici, business idea) cui, quasi sempre, corrisponde un momento personale di profonda trasformazione.
Dalla sinergia creativa che si innesca durante i brainstorming tra committente e consulente, può succedere la magia. Arriva quell’Eureka improvviso, in cui l’idea di business appare chiara, lineare, implementabile, monetizzabile.
Esattamente ciò che è successo a noi, quando abbiamo creato Insideat insieme al suo co-founder Davide Proietti: giovanissimo chef ed imprenditore romano, si è rivolto a noi con le idee più che chiare. Il suo obiettivo? Sviluppare ex novo una start-up dedicata al turismo food experience, e diventare leader di settore.
Nasce Insideat: hub di diffusione dell’enogastronomia italiana nel mondo
Insideat è un hub di diffusione del Made in Italy a livello internazionale. È, a tutti gli effetti, una start-up, nata a Roma nel 2018, appartenente al settore Food & Travel con l’obiettivo di promuovere all’estero l’enogastronomia italiana più autentica. In che modo? Proponendo al suo pubblico food experience, cooking class e percorsi del gusto dove si intrecciano arte, cultura e artigianato, per far vivere al viaggiatore un’esperienza italiana lontana dagli stereotipi.
Un progetto giovane come il team che l’ha collaudato, che si è rivelato trasversale, sostenibile e strutturato. Insideat, infatti, in meno di un anno ha saputo scalare le classifiche delle maggiori Online Travel Agency internazionali, raggiungendo picchi incredibili e quasi sempre il sold out.
Ma come è stato possibile?
Resilienza, rete e multicanalità: i segreti del successo di Insideat
Chi lavora nel management sente spesso parlare dell’importanza del team. Una premessa: il team non è solo importante. È fondamentale. Coesione, caparbietà e capacità di essere resilienti nei momenti più difficili sono skills che non si trasferiscono. Si tratta, piuttosto, di un percorso personale (spesso ad ostacoli) in cui ci si affida al gruppo, mettendo a disposizione le proprie forze creative, aprendo la mente, mettendosi in discussione. Da qui, la prima regola aurea: senza un team unito, nessuna business idea (nemmeno la più geniale) può concretizzarsi.
Secondo presupposto per creare una start-up di successo si riassume in una parola: rete. La creazione delle partnership, il mantenimento dei rapporti con clienti e fornitori, l’implementazione di una solida strategia commerciale sono requisiti indispensabili. Da qui, la necessità di sviluppare una serie di asset distinti, ma interconnessi: una business intelligence che si preoccupi di sviluppare ed ampliare l’offerta, modulandola in base alla profilazione dei propri target; un’unità dedicata alla contabilità strategica e alla logistica; una squadra dedicata al marketing e al commerciale, per ampliare il proprio bacino di utenti e di partner.
Il terzo requisito? La multicanalità e la digitalizzazione. Viviamo nell’era della centralità tecnologica, e lo sviluppo di una solida strategia digital consente all’azienda di raggiungere molti più utenti rispetto alle forme di comunicazione tradizionali, attraverso meccanismi di viral e buzz marketing. Un asset tanto più fondamentale nell’era sfidante del Covid-19, durante la quale è necessario adattare il proprio core business, sviluppando una solida presenza online attraverso contenuti di valore, e senza rinunciare alla propria identità. Proprio come ha fatto Insideat.
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